SERO - Fürstenwalde, Agosto 2011.
Fürstenwalde, conosciuta anche come Spree, è una città di 32.763 abitanti del Brandeburgo, in Germania. è il centro più popoloso del circondario dell'Oder-Sprea e costituisce un centro di livello intermedio della regione metropolitana Berlino/Brandeburgo, è inoltre, una delle città della regione a possedere lo status di "Media città di circondario", il Mittlere kreisangehörige Stadt.
È l'agosto del 2011, giorno ignoto, quando il proprietario di un immobile nella Uferstraße a Fürstenwalde fa una macabra scoperta nel suo giardino. Durante dei lavori di scavo vengono rinvenute ossa umane in un vecchio pozzo, si tratta di uno scheletro quasi completo, fa parte del materiale di scarto di una vecchia fossa biologica. La fossa era stata riempita in precedenza ma il pozzo pare essere ancora pieno di letame, motivo per cui le ossa rinvenute sono gravemente decomposte e danneggiate da decenni di stoccaggio - dichiara Maik Zimmermann della Squadra Omicidi di Francoforte al quotidiano "Lausitzer Rundschau"e al Rundfunk Berlin-Brandenburg (RBB).
Le ossa vengono tempestivamente esaminate da un medico legale per facilitare l'identificazione della vittima - il caso, però, non viene reso pubblico. Quel che è certo è che si tratti di una donna alta nella media, sui 160 cm, morta attorno ai 20 anni e con i capelli scuri. Per Zimmermann, la causa del decesso è probabilmente stata un trauma cranico da corpo contundente, lo suggeriscono le tracce rinvenute sul cranio della defunta. Secondo alcune fonti, il corpo è stato zavorrato appositamente per contrastare la spinta idrostatica. Non è possibile stabilire con esattezza quando la donna sia stata gettata nel pozzo. L'Ufficio federale di Polizia Criminale analizza, però, gli abiti della vittima; il delitto è circoscritto in un periodo di tempo compreso tra il 1965 e il 1975. Vengono infatti trovati dei resti di calze o collant in Dederon: si tratta di una fibra sintetica sviluppata a partire dal Perlon parallelamente alla fibra di nylon e chiamata DeDeeR, in onore della DDR. Nella fossa si trovano anche piccoli ritagli di tessuto di maglieria "Malimo", prodotta con uno speciale processo utilizzato ai tempi della DDR. Va anche notato, inoltre, che il Malimo, un materiale rinforzato e rigido, non ebbe grande successo nel mondo della moda, e che venisse utilizzato principalmente per strofinacci, imballaggi, e abbigliamento da lavoro. Insomma, difficilmente lo si indossava nella vita di tutti i giorni. Sulla base del breve identikit stilato e del DNA raccolto, viene fatta una ricostruzione dei tessuti molli, in base alla forma del cranio e ai valori medi, viene disegnata una ricostruzione facciale del viso della donna che può rappresentare più o meno l'aspetto che avesse da viva.
Il caso rimane privato. Gli investigatori attendono circa otto anni prima di informare il pubblico, nel mentre, esaminano tutti i possibili casi di donne scomparse, richiedendo campioni di DNA ai loro familiari, vengono poi testati circa 90 casi ma nessun risultato positivo, l'identità della sconosciuta di Fürstenwalde sembra essersi volatilizzata nel tempo. Ci si concentra, quindi sul luogo in cui è stato trovato il corpo.
Il pozzo, profondo dai due ai tre metri, e la fossa biologica, appartenevano a un Sekundärrohstoff-Annahmestelle, un punto di raccolta di materie prime secondarie abbreviato come Sero. Si trattava di un'attività gestita a livello nazionale nella RDT per acquistare materiali riciclabili come bottiglie, bicchieri, giornali, tessuti o rottami metallici a un prezzo contenuto; poiché tutte le famiglie raccoglievano i rifiuti e li portavano al punto di raccolta più vicino o li lasciavano ai figli per guadagnare qualche soldo, i punti di raccolta di Sero erano molto affollati, tuttavia, non sono in pochi a riferire che quello a Fürstenwalde non fosse certo uno dei più celebri. Zimmermann, infatti, crede che, l'autore o gli autori del crimine dovessero avere una certa familiarità con la zona; quel che è certo, è che quasi sicuramente la donna sia stata portata lì solo una volta morta. Anche Peter Richter lo sospetta. Il 75enne ha diretto la stazione di Sero dal 1964/65 al 1975, esattamente il periodo in cui il corpo della donna è stato abbandonato lì. Il pozzo apparteneva a un impianto di scarico; l'intero pozzo è grande circa quattro metri per sei, e la fossa direttamente sottostante ha all'incirca le stesse dimensioni, motivo per cui era raramente piena; in cui dieci anni in cui se ne è occupato, Richter ricorda di averla vista svuotata al massimo una volta. Successivamente, la fossa, ormai chiusa, era stata riempita di mattoni ed era stata sigillata con spesse lastre di cemento, per aprirlo ci sarebbero voluti almeno due uomini robusti o un carrello elevatore. Richter stima che circa 25 persone lavorassero nel sito di Sero sotto la sua direzione. Tra questi, diversi autisti, co-autisti e donne che si occupavano della raccolta differenziata. Chiunque, però, poteva accedere al sito; i russi ad esempio, spesso arrivavano dalla Sprea con le loro barche, e ne facevano uso.
Le teorie su che cosa sia accaduto sono tante, troppe, contraddittorie, più o meno supportate dalle indagini.
Alcuni sospettano che la donna non fosse tedesca. Si cerca quindi nei centri d'accoglienza, si cercano quelli che ai tempi erano lavoratori temporanei - molti di questi infatti, provenivano da paesi dell'ex Unione Sovietica. Per molti investigatori online non è da escludere infatti che la donna fosse una lavoratrice straniera con un qualche tipo di permesso, e che fosse stata denunciata come scomparsa nel suo paese, ma non in Germania. È però, al contempo, difficile immaginare che una sparizione simile non fosse mai stata segnalata. Gli investigatori criminali dichiarano, infatti, che dal regime di sorveglianza della DDR, una persona sarebbe potuta semplicemente sparire, persino i colleghi venivano mandati a controllare se qualcuno si assentava dal lavoro. Sarebbero state condotte delle indagini sulla sua scomparsa, non sarebbe finita, così, nel dimenticatoio. L'idea, molto sostenuta da alcuni, che si potesse trattare di una lavoratrice polacca o in generale di una straniera è altrettanto dubbia. All'epoca esisteva già una buona collaborazione con la polizia polacca, e gli stranieri erano soggetti a una sorveglianza eccellente nella DDR, è inoltre anche altamente improbabile che – come alcuni sospettano – i Servizi di Sicurezza dello Stato avrebbero eliminato una persona indesiderata in questo modo. Non ne avrebbero nemmeno avuto bisogno; sapevano benissimo come falsificare i certificati di morte senza sporcarsi le mani in quel modo. La teoria degli inquirenti più gettonata è che la giovane cittadina della RDT avesse provato a fuggire nella Germania Ovest, o che in generale, stesse pianificando di farlo, e che i suoi genitori, i suoi parenti, o addirittura dei conoscenti, le avessero messo i bastoni tra le ruote, uccidendola - questo spiegherebbe il motivo dell'assenza di una denuncia di scomparsa. Questo, però, contrasterebbe con le analisi isotopiche condotte negli ultimi anni; infatti, secondo queste ultime, la donna avrebbe vissuto in passato in Asia, non viene specificata la zona, si pensa alla Georgia, alla Corea del Nord, al Vietnam, alla Mongolia, o addirittura al Kazakhstan - va notato, però, che il suo teschio non presenta le caratteristiche tipiche di un teschio asiatico, ergo il suo aspetto era probabilmente simil-caucasico.
In molti, su internet, credono che la donna potesse non avere parenti nella DDR. Che potesse essersi trasferita lì senza grandi punti di riferimento prima della costruzione del muro? Che potesse essere un'orfana a cui era stata assegnata una postazione di lavoro nel sito di Sero? C'è anche chi pensa ad una familiare di un soldato russo, o dell'ex Unione Sovietica in generale. Agli ufficiali era infatti permesso portare le proprie famiglie con sé nella RDT e poi vivere con loro nelle proprie zone residenziali vicino alle caserme. I familiari dei soldati sovietici potevano muoversi liberamente all'interno della RDT, ma generalmente se ne stavano per conto proprio, e nel momento in cui commettevano un qualche tipo di crimine, era molto più semplice insabbiarlo - se fosse stato quindi un suo familiare altrettanto sovietico avrebbe potuto tranquillamente farla franca. Ci si chiede poi, dati gli abiti indossati dalla vittima, se effettivamente una donna sovietica avesse potuto acquistare dei beni tedeschi a quei tempi, e la risposta è sì, ce lo spiega "Spiegel". I cittadini stranieri, specie quelli legati all'esercito, potevano comprare liberamente negli stessi negozi dei cittadini della DDR, anzi, spesso venivano sottoposti a meno controlli (rispetto ai cittadini della DDR e rispetto, in generale, ai lavoratori a contratto stranieri), a tal punto che tendevano ad acquistare in maggiore misura rispetto ai "locals". Anche per quanto riguarda la questione della criminalità si aprono ipotesi interessanti; l'influenza delle autorità della RDT sugli occupanti facenti parte della milizia sovietica era piuttosto limitata. I crimini denunciati venivano perseguiti, ma non sempre con soddisfazione delle persone coinvolte. Ciò che accadeva all'interno delle caserme militari rimaneva in fatte in gran parte sconosciuto ai tedeschi, e fino alla fine della RDT, il partito e la dirigenza statale non disponevano nemmeno di un inventario affidabile di tutte le proprietà sovietiche nel paese. C'è anche la teoria che la donna potesse essere una lavoratrice del Sero, a causa del suo abbigliamento in Malimo; si tratta infatti di un tessuto simile a quelli che al giorno d'oggi vengono usati per quei lavori all'aria aperta, in cui sono necessari indumenti piuttosto resistenti, spesso realizzati con fibra di vetro o fibra di carbonio. Che fosse una lavoratrice temporanea di quella che poi divenne la sua tomba per decenni? Che l'abbiano cercata ma non abbiano setacciato il posto più ovvio? Anche in questo caso, è pronta subito una contraddizione; le poche foto reperibili degli abiti in Malimo (attualmente difficilmente reperibiili) mostrano infatti abiti dall'aspetto piuttosto carino e curato, improbabili per un'operaia. E poi, e poi...c'è chi parla di una donna tedesca aggredita sessualmente, c'è chi parla di una possibile spia nord-coreana, c'è chi parla di una studentessa kazaki - tante idee, sempre solo e soltanto di ipotesi, non supportate ufficialmente dai fatti, dedotte dalle poche informazioni che ci sono arrivate sulla sconosciuta di Fürstenwalde.
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[fonti: https://unidentified-awareness.fandom.com/wiki/F%C3%BCrstenwalde_Jane_Doe
https://www.moz.de/nachrichten/brandenburg/mordkommission-ermittelt-skelett-einer-20-jaehrigen-in-jauche-schacht-entdeckt-49314420.html
http://www.spiegel.de/einestages/russisch-besatzung-a-946718.html
https://www.tagesspiegel.de/berlin/skelett-einer-frau-in-furstenwalde-gefunden-4053961.html
https://www.stern.de/panorama/verbrechen/skelett-in-jauchegrube-gefunden--polizei-raetselt---wer-ist-diese-frau--8648396.html]

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